Mentre le notizie e gli aggiornamenti sulla guerra in corso tra Ucraina e Russia assorbono tutti gli spazi nelle testate giornalistiche televisive nel Mondo accadono come sempre moltissime altre cose, di cui fino a poche settimane fa tutti si occupavano, ma di cui ora non si hanno informazioni puntuali ma solo sporadiche.
I riflettori sull’Ucraina nascondono le vittime del Mediterraneo
La catastrofe umanitaria che sta sconvolgendo l’Europa dell’Est riempie i notiziari, mentre va in secondo piano l’orrore delle morti per annegamento degli immigrati che dall’Africa e dall’Asia, salpando dalle coste della Libia, non smettono di tentare di approdare alle spiagge italiane, così come giunge appena velata comunicazione dell’assalto a Melilla di centinaia di profughi magrebini nel disperato tentativo di entrare in Spagna.
Solo qualche accenno al differente trattamento che ricevono ai confini polacchi i profughi provenienti dall’Ucraina, quando questi disperati sono di colore e vengono brutalmente respinti, come prima della guerra si faceva ai confini con la Bielorussia.
È di pochi giorni fa il bollettino diramato da Open Arms relativo all’ultimo tragico naufragio in acque libiche che ha portato all’annegamento di più di 50 migranti, mentre si susseguono i salvataggi e gli approdi in porti sicuri delle navi delle varie ONG che prestano soccorso nel canale di Sicilia e in tutto il Mediterraneo.
I flussi migratorio dall’Africa non sono certo destinati a rallentare in conseguenza della guerra in atto in Europa, ma forse ad incrementarsi, proprio a seguito dei mutati rapporti geopolitici che porteranno ad ulteriore inasprimento dei conflitti interni, come ad esempio nel Mali, dove già si fronteggiavano le politiche di Francia e Russia.
L’Africa continua a sanguinare
Paesi come il Sud Sudan, il Somaliland (ex Somalia), le aree al nord della Nigeria battute dalle milizie islamiche, il Tigrai, sono oggi fuori dai riflettori della politica estera, ma i loro conflitti così ingigantiscono, lontani dalle luci della ribalta internazionale.
I crimini contro l’umanità in quei Paesi crescono, spinti dalle ambizioni di potere dei signori locali o dei Paesi stranieri che ne finanziano le milizie per le loro mire di controllo.
Mentre il Mondo Occidentale si confronta con il rischio della Terza Guerra Mondiale l’Africa vive probabilmente uno dei suo peggiori momenti, nel buio dell’informazione, con il sangue che scorre dai deserti della Mauritania agli altipiani dell’Eritrea.
Così le popolazioni vengono ancor più spinte alla fuga dai teatri dei combattimenti, dalle carestie dovute al climate change, dalle pulizie etniche mai interrotte nelle zone dove si belligera da anni.
Come sempre la guerra acuisce le difficoltà dei poveri e dei più deboli, siano essi direttamente coinvolti sui fronti attivi siano essi condizionati dallo svolgimento di battaglie anche lontane.
Senza contare il silenzio che ora protegge le azioni dei dittatori o dei signori della guerra che operano in Africa in Paesi come l’Algeria e la Tunisia, dove sono state sospese le libertà di voto e dominano dittatori mascherati da salvatori della Patria, l’Egitto e l’Etiopia sull’orlo di un conflitto per l’acqua del Nilo, la Libia dove i pretendenti al controllo del Paese hanno rinnegato ogni accordo preso con l’ONU e hanno ripreso a combattere furiosamente.