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DiMagnus

Distensione USA – Venezuela

La recente crisi energetica innescata dal conflitto Russia – Ucraina porta americani e venezuelani ad un imprevisto tavolo di trattativa sulle risorse petrolifere.

Trattative in corso

Apprendiamo dalle parole dello stesso Presidente del Venezuela Nicolas Maduro che sono in programma incontri con esponenti del Governo USA a seguito dell’arrivo di una delegazione statunitense sabato scorso in Venezuela.

La delegazione americana ha dichiarato che oggetto di questo primo colloquio è stata la situazione di alcuni cittadini statunitensi reclusi nel Paese ed altri argomenti tra cui la sicurezza energetica.

Dopo l’interruzione dei rapporti tra i due Paesi nel 2019 Washington cerca ora di riallacciarne le fila per aumentare l’isolamento della Russia, partner con la Cina del Venezuela di Maduro, mirando contestualmente agli approvvigionamenti petroliferi.

In quest’ottica si dovranno certamente ridiscutere le sanzioni imposte dagli USA al Venezuela sugli scambi petroliferi, se gli americani vorranno approfittare del petrolio venezuelano per sostituire quello russo.

La visita della delegazione americana è stata anche occasione di un incontro con i membri dell’opposizione, sempre sostenuta dagli USA, guidata da Juan Guaidò.

La real politique influenza ancora una volta le azioni in politica estera degli Stati Uniti, ora pronti a modificare il loro appoggio a Guaidò riconoscendo implicitamente Maduro come legittimo Presidente del Venezuela.

DiMagnus

Australia: incremento delle spese militari.

Da qui al 2040 l’Australia aumenterà il personale militare di circa un terzo, mettendo a segno il più ampio incremento di effettivi in tempo di pace.

Scelta politica

La giustificazione addotta dal Primo Ministro Scott Morrison è far fronte alla modificata e potenzialmente più pericolosa situazione internazionale.

L’obiettivo è di portare gli effettivi nell’arco di 18 anni da 18.500 a 80.000, con un carico sul bilancio dello Stato che ammonterà a circa 38 miliardi di dollari australiani.

Le dichiarazioni del Primo Ministro sul bisogno di adeguamento delle forze di difesa anche in vista dell’aumento della flotta dei sottomarini nucleari e non, programmata per meglio rispondere alle tensioni emergenti nel comparto Indo-Pacifico, sono da valutare anche nell’ottica delle elezioni nazionali del prossimo mese di Maggio e della rinnovata alleanza militare e politica con USA e Gran Bretagna sotto la sigla dell’AUKUS.

Sebbene ancora non definita la dotazione delle armi a bordo dei sommergibili, ad oggi intesi con armamenti convenzionali e non nucleari, con la loro motorizzazione nucleare questi si porrebbero come controllore e deterrente alla crescente presenza cinese nell’oceano indiano e pacifico.

Il Ministro della Difesa Dutton sottolinea la necessità di un’adeguata forza di deterrenza per arginare eventuali mire espansionistiche di altri Paesi.

Ovviamente non secondario l’aspetto elettorale di queste affermazioni da parte di Morrison e Dutton, in un periodo in cui i sondaggi danno il partito Laburista in vantaggio.

Questo mentre proprio Scott Morrison ed il suo Governo sono stati ampiamente criticati per non aver impiegato rapidamente l’esercito a soccorrere gli alluvionati in Queensland, a Brisbane e Sydney.